Capitolo 22, versetto 1 - Capitolo 23, versetto 4
1
- «Fratelli e padri, vogliate ascoltare quel che io vi dico a mia difesa».
2
Quando ebbero udito che parlava loro in lingua ebraica, tanto più fecero silenzio.
3
E continuò: «Io sono un Giudeo nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, istruito ai piedi di Gamaliele nell'esatta osservanza della legge de' nostri padri, zelante della legge come siete voi tutti, oggi;
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e ho perseguitato a morte questa dottrina, procurando che uomini e donne fossero arrestati e messi in prigione,
5
della qual cosa mi son testimoni il sommo sacerdote e gli anziani, dai quali ebbi lettere pei fratelli di Damasco; e io mi ci recavo per menare in catene a Gerusalemme quelli di là, perché fossero puniti.
6
Or mentre io ero in cammino, già vicino a Damasco, sul mezzogiorno, d'un subito mi sfolgorò d'intorno una gran luce dal cielo.
7
Caddi per terra, e udii una voce che mi diceva: - Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? -
8
Io risposi: - Chi sei, Signore? - Ed egli mi disse: - Io sono
Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. -
9
E quanti erano meco videro ben la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava.
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Allora dissi: - Signore, che devo fare? - E il Signore mi rispose: - Lèvati su, va' in Damasco, e qui ti sarà detto tutto quel che devi fare. -
11
E siccome io non ci vedevo per il bagliore di quella luce, giunsi a Damasco guidato a mano da coloro ch'erano meco.
12
Un certo Anania, uomo secondo la legge e del quale tutti i Giudei ivi dimoranti rendevano buona testimonianza,
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venne da me, e standomi accanto, mi disse: - Saulo fratello, che tu riabbia la vista! - E in quell'istante stesso lo vidi.
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Allora egli disse: - Il Dio dei nostri padri t'ha preordinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e a udire la voce della bocca di lui;
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giacchè tu gli sarai, presso tutti gli uomini, testimone delle cose che hai vedute e udite.
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E adesso, che aspetti? Lèvati, ricevi il battesimo e làvati dei tuoi peccati, invocando il suo nome. -
17
Avvenne poi che, tornato a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi,
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e vidi Lui che mi diceva: - Fa' presto, esci subito da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza rispetto a me. -
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E io osservai: - Signore, essi sanno che ero io a metterli in carcere e flagellare nelle sinagoghe quelli che credevano in te;
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e quando si spandeva il sangue di Stefano, tuo testimone, c'ero anch'io ad approvare, e custodivo le vesti di coloro che l'uccidevano. -
21
Allora mi disse: «Va', ch'io ti manderò lontano verso i Gentili -».
Nuovo e più fiero tumulto.
22
L'ascoltarono sino a questa parola; ma qui alzarono la voce, dicendo: «Togli dal mondo quest'uomo; non è degno di vivere!».
23
E com'essi gridavano e gettavan via le vesti e lanciavan polvere in aria,
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il tribuno comandò che Paolo fosse menato in fortezza, battuto con flagelli e messo alla tortura, a fin di scoprire per qual motivo gridassero così contro di lui.
25
E legato che l'ebbero con cinghie, Paolo disse al centurione che era lì presente: «V'è egli lecito di flagellare un uomo Romano, neppur condannato?».
26
Il centurione, udito questo, corse dal tribuno, dicendo: «Che stai per fare? quest'uomo è cittadino Romano!».
27
Allora il tribuno venne da Paolo e gli chiese: «Dimmi, sei tu Romano?». Ed egli rispose: «Sì».
28
Il tribuno osservò: «A me questa cittadinanza è costata una gran somma!». E Paolo: «Io, invece, l'ho dalla nascita».
29
Onde coloro che stavano per torturarlo si ritrassero subito da lui; e il tribuno stesso ebbe paura a saper ch'egli era cittadino Romano, perché l'aveva fatto legare.
30
Il giorno di poi, volendo conoscere esattamente di che cosa lo accusassero i Giudei, il tribuno lo fece sciogliere, e comandò si radunassero i capi dei sacerdoti con tutto il Sinedrio; e, menato fuori Paolo, lo fe' comparire davanti a loro.
Capitolo 23
A Roma: Nerone - Gerusalemme: congiura contro Paolo, poi prigioniero a Cesarea 58 - 60 d.C.
Davanti al Sinedrio.
1
- Paolo, fissato lo sguardo sul Sinedrio, disse: «Fratelli, fino a questo giorno io son vissuto dinanzi a Dio in tutta buona coscienza».
2
Qui, il sommo sacerdote Anania comandò a' più vicini che lo percuotessero sulla bocca.
3
Allora Paolo gli disse: «Iddio percuoterà te, muraglia imbiancata! Tu siedi a giudicarmi secondo la legge, e, violando la legge, ordini ch'io sia percosso?».
4
Quelli che stavano intorno gli dissero: «Oltraggi tu il sommo sacerdote di Dio?».