Capitolo 24, versetti 14-22
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Io però ti confesso, che, seguendo la dottrina che essi chiamano setta, io servo il Dio de' padri, credo tutto ciò che è scritto nella Legge e ne' Profeti,
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e ho in Dio la speranza che ci sarà quella risurrezione de' giusti e degl'ingiusti che essi pure aspettano.
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Per questo io mi studio di conservar sempre incontaminata la coscienza dinanzi a Dio e agli uomini.
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Or dopo molti anni sono venuto a portar limosine per la mia nazione e a offrir sacrifizi.
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Così m'hanno visto purificato nel tempio, senza radunata di gente e senza tumulto.
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Quei tali Giudei dell'Asia, che pur dovevano comparire davanti a te ed accusarmi, se avessero qualche cosa contro di me,
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oppure questi stessi dicano se m'han trovato in colpa quando fui davanti al Sinedrio;
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a meno che non mi si voglia far carico di quella parola che m'uscì stando in mezzo a loro: -Io son oggi giudicato da voi sulla risurrezione de' morti-».
22
Felice, che ben sapeva di questa dottrina, rimandò la causa ad altro giorno dicendo: «Quando sarà venuto il tribuno Lisia, allora v'ascolterò».