Atti degli apostoli

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[...]   Il re conosce queste cose, e io gliene parlo francamente, persuaso che nulla ignora di tutto questo; poiché non son cose fatte di nascosto.   [...]

Atti degli apostoli: capitolo 26, versetto 26

Capitolo 28, versetti 5-17

5 Ma egli, scossa la bestia nel fuoco, non ne risentì male alcuno.
6 Coloro intanto s'aspettavano ch'egli dovesse gonfiarsi e cader morto a un tratto; ma, dopo che ebbero aspettato a lungo e visto che nessun male gliene veniva, mutarono parere, sino al punto di dire che era un Dio.
7 In que' dintorni aveva i suoi poderi il principale dell'isola, di nome Publio, il quale ci accolse e ci ospitò tre giorni amorevolmente.
8 Or avvenne che il padre di questo Publio stava a letto, malato di febbre, e di dissenteria. Paolo entrò da lui, e, dopo aver pregato gli impose le mani e lo guarì.
9 Visto questo, anche tutti quelli che avevano delle infermità nell'isola, vennero e furono guariti.
10 Tutti ci fecero grandi onori; e quando si fu sul partire, ci fornirono delle cose necessarie.
Verso Roma.
11 Dopo tre mesi c'imbarcammo sopra una nave alessandrina, che aveva svernato nell'isola e portava l'insegna dei Càstori.
12 Arrivati a Siracusa, vi restammo tre giorni.
13 Di lì, costeggiando, arrivammo a Reggio, e il giorno dopo spirò l'Austro, e giungemmo a Pozzuoli il secondo giorno.
14 Colà, avendo trovato de' fratelli, essi ci pregarono di rimanere preso di loro sette giorni; quindi movemmo per Roma.
15 Di là i fratelli, avendone avuto notizia, ci vennero incontro sino al Foro d'Appio e alle Tre Taverne; e Paolo, quando gli ebbe veduti, ringraziò Dio e prese fiducia.
Paolo a Roma.
16 E pervenuti che fummo a Roma, a Paolo fu permesso d'abitar da sè, con un soldato che gli faceva la guardia.
17 Tre giorni dopo, Paolo convocò i principali Giudei; e, quando furon venuti, disse loro: «Fratelli, io, senza aver fatto nulla né contro il popolo né contro le consuetudini de' padri, fui preso a Gerusalemme, e dato in man de' Romani.