Capitolo 2, versetto 3 - Capitolo 9, versetto 28
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E apparvero, distinte l'una dall'altre, delle lingue che parean di fuoco, e se ne posò una su ciascuno di loro;
La discesa dello Spirito Santo
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e tutti furon ripieni di Spirito Santo, e cominciarono a parlare in varie lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi.
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Or, tra' Giudei residenti a Gerusalemme, c'eran degli uomini pii di ogni nazione che sia sotto il cielo;
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e quando fu udito quel tuono, la moltitudine si radunò, e rimase confusa, perché ciascuno li udiva parlare nel proprio linguaggio.
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E si stupivano tutti, chiedendosi con meraviglia: «Oh! quelli che parlano non son essi Galilei?
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E come va che noi li udiamo parlare ciascuno nel nostro natio linguaggio?
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Noi Parti, Medi, Elamiti; della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia,
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della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia Cirenaica, peregrini Romani,
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sia Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi; noi tutti li udiamo parlare ne' nostri linguaggi delle grandezze di Dio!».
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E tutti stupivano, e si dicevano l'uno all'altro: «Che vuol dir tutto questo?».
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Altri poi, facendosene beffe, dicevano: «Son pieni di vino nuovo!».
Discorso di Pietro.
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Ma Pietro, ritto con gli undici, fe' udir la sua voce, così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e gli orecchi s'aprano alle mie parole.
Gli apostoli predicano il Vangelo
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Costoro non sono già ubriachi, come voi vi pensate; siamo appena alla terza ora del giorno!
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Questo che avviene è quel che fu predetto dal profeta Joele:
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"E avverrà, dice il Signore, ch'io negli ultimi giorni spanderò del mio Spirito su ogni carne, e i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, e i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi avranno de' sogni.
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Sì, in que' giorni, su' miei servi e sulle mie serve, spanderò dello Spirito mio, e profeteranno.
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E farò prodigi su in cielo, e segni giù in terra, sangue e fuoco e vapor di fumo.
20
Il sole si cangerà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno grande e glorioso del Signore.
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E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvo".
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Uomini d'Israele, ponete mente a queste parole:
Gesù Nazareno, uomo approvato da Dio tra voi con opere potenti e prodigi e segni, che Dio ha fatto per mezzo di lui tra voi, come voi stessi ben sapete;
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quest'uomo che, conformemente al determinato consiglio e alla prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani, voi l'avete confitto per man d'iniqui;
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ma Dio l'ha risuscitato, avendo rotti gli angosciosi legami del sepolcro, perché non era possibile ch'egli ne fosse ritenuto.
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Ond'è che David dice di lui: "Sempre ho avuto il Signore davanti agli occhi; ecco, Egli sta alla mia destra, affinché io stia fermo.
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Perciò il mio cuor si rallegra, e la mia lingua giubila; e anche il mio corpo riposerà sperando.
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poiché tu non lascerai l'anima mia in inferno, e non permetterai che il tuo santo vegga la corruzione!
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Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita; tu mi ricolmerai di gioia con la tua presenza".
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Uomini fratelli; si può ben dirvi liberamente, che il patriarca David morì e fu sepolto, tanto che la sua tomba è anche al dì d'oggi presso di noi.
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Ma egli, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che farebbe sedere uno della sua progenie sul suo trono;
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con tal previsione, annunziò la risurrezione di Cristo, dicendo ch'egli non sarebbe stato lasciato nella morte, e che il suo corpo non avrebbe veduto la corruzione.
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Questo Gesù lo ha risuscitato Iddio, e noi tutti ne siamo testimoni.
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Esaltato Egli dunque alla destra di Dio, e ricevuta dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha diffuso quel che voi vedete e udite.
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Certo, David non salì al cielo; anzi, egli dice: - Ha detto il Signore al mio Signore: "Siedi alla mia destra,
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sino a che io non ponga i tuoi nemici sgabello a' tuoi piedi". -
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Sappia dunque certissimamente tutta la casa d'Israele, che Dio ha fatto Signore e Cristo questo Gesù che voi avete crocifisso».
I primi convertiti.
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Or essi, a udir queste cose, furon compunti nel cuore, e chiesero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?».
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E Pietro a loro: «Pentitevi e ciascun di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, a remissione de' vostri peccati; poi riceverete il dono dello spirito Santo.
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Certo, la promessa è per voi, pe' vostri figliuoli, e per quanti il Signore Dio nostro chiamerà fra quelli che ora son lontani».
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Così, e con assai altre parole, li persuadeva ed esortava, dicendo: «Salvatevi di mezzo a questa generazione perversa!».
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Quelli dunque che bene accolsero la sua parola, furono battezzati; e in quel giorno il numero de' fedeli aumentò di circa tremila anime.
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Ed erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nelle preghiere.
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Ognuno era profondamente impressionato, perché molti prodigi e miracoli si facevano dagli apostoli in Gerusalemme, e si stava in gran timore.
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Ma tutti coloro che credevano erano insieme e avevano ogni lor cosa in comune.
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Essi vendevano le loro proprietà e i loro beni, e ne distribuivano il ricavato fra tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
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E tutti i giorni, di un sol volere, erano assidui al tempio; e nelle loro case spezzavano il pane, e facevano i loro pasti insieme con allegrezza e semplicità di cuore,
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lodando Iddio ed essendo ben visti da tutto il popolo. Il Signore poi, ogni giorno, aggiungeva al loro numero quelli ch'eran sulla via della salvazione.
Capitolo 3
Guarigione d'uno storpio.
1
- Or Pietro e Giovanni salivano al tempio sull'ora della preghiera, a nona.
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E veniva pertanto un cert'uomo, storpio dalla nascita, che posavano ogni giorno alla porta del tempio detta la Bella, per chieder limosina a quelli ch'entravano nel tempio.
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Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare, chiese loro la limosina.
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E Pietro con Giovanni, fissandolo disse: «Guardaci!».
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E quello li guardava attentamente, aspettando di ricevere da essi qualche cosa.
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Ma Pietro disse: «Non ho né argento né oro; ma quello che ho, te lo dò: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, àlzati e cammina». S. Pietro e S. Giovanni alla Porta Bella
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E, presolo per la man destra, l'aiutò ad alzarsi; e in quell'istante, le piante e le caviglie de' piedi gli diventaron forti.
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D'un salto, fu in piedi, e si mise a camminare; ed entrò con essi nel tempio, camminando, saltando e lodando Dio.
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E tutto il popolo lo vide camminare e lodar Dio.
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E siccome lo conoscevano per quello che sedeva alla Porta Bella del tempio a chieder limosina, erano stupefatti e fuor di sé per quel che gli era avvenuto.
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Mentre colui teneva ancora stretti Pietro e Giovanni, tutto il popolo accorse verso di loro al portico detto di Salomone.
Discorso di Pietro.
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E Pietro, vedendo la gran folla, parlò e disse: «Uomini Israeliti, perché vi meravigliate di questo? perché tenete gli occhi su di noi, come se di potenza e bontà nostra avessimo fatto sì che costui cammini?
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Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio de' padri nostri ha glorificato il suo figliuolo Gesù, che voi metteste in man di Pilato e rinnegaste in faccia a lui, mentr'egli aveva deciso di liberarlo.
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Sì, voi rinnegaste il Santo e il Giusto, e chiedeste vi fosse graziato un omicida.
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Voi uccideste l'autore della vita; ma Dio l'ha risuscitato da' morti, e noi ne siamo testimoni.
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Ond'è che per la fede nel nome di Lui, un tal nome ha rafforzato quest'uomo, che vedete e conoscete: e la fede che vien da Lui, gli ha dato, in presenza di tutti voi, questa perfetta guarigione.
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Or io so, fratelli, che il male fatto da voi e da' vostri capi, fu per ignoranza.
18
Ma Dio ha così compiuto quel che per bocca di tutti i profeti aveva predetto: dover patire il suo Cristo.
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Ravvedetevi, dunque, e convertitevi, affinché sian rimessi i vostri peccati;
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e possan venire da parte del Signore i tempi del refrigerio, ch'egli vi mandi Gesù Cristo a voi predicato,
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che il cielo terrà accolto fino a' tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio ha parlato fin dalle più antiche età per bocca de' suoi santi profeti.
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Infatti, Mosé, disse: - Il Signore Iddio vostro susciterà tra i vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutto quel che vi dirà.
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perché, chiunque non darà orecchio a quel profeta, sarà sterminato di tra il popolo. -
24
E tutti i profeti, da Samuele in poi, quanti han parlato, anch'essi annunziarono questi giorni.
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Voi, proprio voi, siete i figli de' profeti e dell'alleanza che Dio fece co' vostri padri, quando disse ad Abramo: - E nella tua progenie saranno benedette tutte le famiglie della terra. -
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A voi per i primi Iddio, dopo aver suscitato il suo Figliuolo, lo ha mandato per benedirvi, facendo sì che ciascun di voi si converta dalle sue iniquità».
Capitolo 4
Pietro e Giovanni al Sinedrio.
1
- Mentre che essi parlavano al popolo, i sacerdoti, il capitano del tempio e i Sadducei sopraggiunsero,
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sdegnati che ammaestrassero il popolo e annunziassero in Gesù la risurrezione da' morti;
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e misero loro le mani addosso, e li gettarono in prigione per il dì appresso; perché era già sera.
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Ma molti di coloro che avevano udito il discorso di Pietro, credettero; e il numero degli uomini aumentò a circa cinquemila.
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Venuto poi il dì appresso, i capi del popolo, gli anziani e gli scribi si radunarono in Gerusalemme
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con Anna, il sommo sacerdote, Caifa, Giovanni, Alessandro, e tutti che erano di stirpe sacerdotale.
7
Essi, fatti comparire in mezzo Pietro e Giovanni, li interrogarono: «Con qual potere e in nome di chi avete fatto ciò?».
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Allora Pietro, ripieno di Spirito Santo, rispose loro: «Capi del popolo e anziani, vogliate ascoltare.
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poiché oggi ci s'interroga su d'un benefizio a un uomo infermo, per sapere in qual modo si sia guarito,
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sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele, che in nome del nostro Signore Gesù Cristo Nazareno, crocifisso da voi e risuscitato da Dio, per lui questo è innanzi a voi sano.
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Questa è la pietra, da voi edificatori sprezzata, che è divenuta pietra angolare.
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E in nessun altro è salute; perché non c'è sotto il cielo alcun altro nome dato agli uomini, dal quale possiamo aspettarci d'esser salvati».
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Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni, riconosciuti per uomini del popolo illetterati, quelli si meravigliavano, mentre sapevano ch'erano stati con Gesù.
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Ma, vedendo ritto con loro l'uomo guarito, non potevano contraddire.
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Perciò, fattili uscir dal Sinedrio, cominciarono a consultarsi tra loro,
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dicendo: «Che faremo di questi uomini? Che un evidente miracolo sia avvenuto per opera loro, è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non lo possiamo negare;
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ma, perché la cosa non si diffonda anche più nel popolo, imponiamo loro con minacce di non parlare più in quel nome a persona alcuna».
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E, dopo averli richiamati, intimaron loro di assolutamente non parlare e non insegnare nel nome di Gesù.
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Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi stessi se sia giusto, dinanzi a Dio, l'ubbidire a voi anzi che a Dio!
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Quanto a noi, non possiamo non parlare di quel ch'abbiamo visto e udito».
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I giudici, minacciatili, li lasciarono andare, non trovando come punirli, a cagion del popolo che tutto glorificava Dio per l'accaduto.
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L'uomo in cui s'era operato il miracolo della guarigione, aveva più di quarant'anni.
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Intanto i rilasciati vennero ai propri fratelli, e riferirono tutto quel che i capi dei sacerdoti e gli anziani avevano detto.
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E quelli, udito ciò, alzarono d'un sol cuore la voce a Dio, e dissero: «Signore, tu sei colui che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi,
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tu, mediante lo Spirito Santo, per bocca del padre nostro e tuo servo David, hai detto: - perché fremettero le genti, e i popoli han meditate cose vane?
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I re della terra si presentarono, e i principi si son radunati insieme contro al Signore e contro al suo Cristo. -
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E veramente, in questa città si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme co' Gentili e con tutto il popolo d'Israele, contro il santo tuo Figliuolo Gesù, che tu hai consacrato!
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Essi han fatto quel che la tua mano e il tuo consiglio decretò si facesse.
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E adesso, Signore, tieni presente le loro minacce, e concedi a' tuoi servi d'annunziar la tua parola con tutta franchezza,
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mentre tu stendi la mano a risanare e operar segni e prodigi per mezzo del nome del santo tuo Figlio Gesù».
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E dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano adunati tremò; e furon tutti ripieni di Spirito Santo, e con fermezza annunziavano la parola di Dio.
Amore cristiano.
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E la moltitudine de' credenti era un cuor solo e un'anima sola; né alcuno c'era che considerasse come suo quel che possedeva, ma avevan tutto in comune.
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E gli apostoli con grande efficacia rendevan testimonianza della risurrezione di Gesù Cristo Signor nostro; e grazia abbondante era in tutti loro.
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Or non c'era alcun indigente tra essi, perché tutti quelli che possedevan poderi e case, li vendevano, e portavano il prezzo delle cose vendute,
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e lo mettevano a' piedi degli apostoli; poi si distribuiva a ciascuno, secondo il bisogno.
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Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che vuol dir figlio di consolazione), levita, oriundo di Cipro,
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aveva un campo: lo vendè, portò i denari, e li depose a' piedi degli apostoli.
Capitolo 5
Anania e Saffira.
1
- Ma un cert'uomo, di nome Anania, d'accordo con Saffira sua moglie, anche lui vendette un campo,
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e, consapevole la moglie, si tenne per sé una parte del prezzo, portando il resto e deponendolo ai piedi degli apostoli.
3
Allora Pietro disse: «Anania, come mai Satana t'ha così preso il cuore che tu cerchi di mentire allo Spirito Santo con frodare una parte del prezzo del campo?
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Se non lo vendevi, non restava tuo? E, venduto, non eri tu padrone? perché concepire un tal disegno? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio».
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Anania, a udir queste parole, cadde e spirò. E gran timore entrò in tutti che udirono.
La morte di Anania
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E i giovani, levatisi, avvolsero il corpo, e lo portarono a seppellire.
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Avvenne pertanto che, dopo circa tre ore, entra la moglie di lui, che nulla sapeva di quel che era avvenuto.
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E Pietro le si rivolse: «Dimmi, donna, è vero che avete venduto il campo per il tal prezzo?». E quella: «Sì, per tal prezzo».
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E Pietro a lei: «perché, dunque, vi siete accordati a tentar lo Spirito del Signore? Ecco stanno sulla porta i piedi di coloro che han sepolto tuo marito, e porteranno via anche te!».
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In quell'istante ella cadde a' suoi piedi, e spirò. E que' giovani, entrati, la trovaron morta e la portarono a seppellire accanto a suo marito.
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E gran paura ne venne a tutta la Chiesa, e a tutti quelli che udirono tali cose.
All'ombra di Pietro.
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E si facevano per le mani degli apostoli molti segni e prodigi tra il popolo; e tutti, di pari sollecitudine si ritrovavano sotto il portico di Salomone.
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Degli altri, poi, nessuno ardiva unirsi a loro; ma il popolo li magnificava.
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E ogni giorno si vedeva crescere la moltitudine d'uomini e di donne che credevano al Signore:
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tanto che portavan fuori nelle piazze gl'infermi su lettucci e strapunti, affinché, quando Pietro passava, almeno l'ombra sua ne coprisse qualcuno, e fossero liberati dalle loro infermità.
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Accorreva pure molta gente dalle città vicine a Gerusalemme, portando de' malati e de' posseduti da spiriti immondi; e tutti eran guariti.
Prigionia e liberazione.
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Or il sommo sacerdote e tutti i suoi partigiani (ch'erano la setta de' Sadducei), si levaron su, pieni di gelosia,
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e misero le mani sopra gli apostoli, e li gettarono nella prigione pubblica.
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Ma un angelo del Signore, di notte, aprì le porte della prigione, e, condottili fuori, disse loro:
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«Andate, presentatevi nel tempio, annunciando al popolo tutte queste parole di vita».
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Ed essi, ciò udito, entrarono allo spuntar dell'alba nel tempio, ponendosi a insegnare. Intanto, il sommo sacerdote e quei del suo partito, convocarono il Sinedrio e tutti gli anziani de' figli d'Israele, e mandarono alla prigione per farli condurre.
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Ma le guardie, entrate nella prigione, non ve li trovarono; tornarono addietro e riferirono,
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dicendo: «Abbiam trovato la prigione chiusa con tutta diligenza, e le guardie fuori, in piedi, alla porta; ma, quand'abbiamo aperto, dentro non c'era nessuno».
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A udir tali parole il capitano del tempio e i capi dei sacerdoti rimasero perplessi sul conto di quelli, non sapendo che fosse successo.
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Ed ecco si presenta uno che dice: «Badate, gli uomini che metteste in prigione, son già nel tempio ad ammaestrare il popolo!».
Ancora nel Sinedrio.
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Allora il capitano del tempio corse con le sue guardie, e li menò via, senza usar violenza perché temevano d'esser lapidati dal popolo.
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Avutili dunque a sé, li presentarono al Sinedrio; e il sommo sacerdote li ammonì,
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dicendo: «Noi vi abbiamo proibito rigorosamente d'insegnare in codesto nome; e, invece, voi avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento; voi mirate a far ricadere su noi il sangue di quell'uomo!».
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E subito rispose Pietro e gli altri apostoli: «Bisogna ubbidire a Dio più che agli uomini.
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Il Dio de' padri nostri, ha risuscitato Gesù che voi uccideste appendendolo a un legno.
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Dio l'ha esaltato con la sua destra qual principe e salvatore, per dare ad Israele ravvedimento e remission de' peccati.
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E noi siam testimoni della verità di queste cose, noi e lo Spirito Santo che Iddio ha dato a coloro che gli ubbidiscono».
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A dir tale risposta, essi fremevano dalla rabbia, e si proponevano di metterli a morte.
Consiglio d'uomo prudente.
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Ma un del consiglio, Gamaliele di nome, fariseo, dottor della legge, onorato da tutto il popolo, levatosi su, ordinò che gli apostoli fossero per un poco messi fuori.
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Poi disse: «Uomini d'Israele, badate bene a quel che state per fare di questi uomini.
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Non è molto, e venne su Teoda, che si dava per un gran personaggio, e intorno a lui si raccolsero in quattrocento uomini. Egli fu ucciso, e tutti i suoi partigiani furono sbandati e ridotti a nulla.
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Dopo costui, al tempo del censimento, venne fuori Giuda il Galileo, e si trascinò dietro molta gente; anch'egli perì, e furon dispersi tutti i suoi seguaci.
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E adesso vi dico: - Non vi occupate di questi uomini, e lasciateli andare; perché se il fatto loro è opera di uomo, cadrà da sé.
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Ma, se è da Dio, voi non potrete distruggerla; e correte il pericolo di combattere contro Dio stesso! -». Gli dettero ascolto.
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Poi, chiamati gli apostoli, li fecero battere, e, intimato a essi di non parlar mai nel nome di Gesù, li lasciarono andare.
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E gli apostoli se n'andarono dalla presenza del Sinedrio, lieti dell'esser fatti degni di patir contumelie per il nome di Gesù.
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E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano d'insegnare e d'annunziare Gesù come il Cristo.
Capitolo 6
A Roma: Tiberio, 36 d.C.
I diaconi.
1
- Or in que' giorni, crescendo sempre più il numero de' discepoli, s'ebbe a udir lamenti degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana.
2
Allora i Dodici, convocata la moltitudine de' discepoli, dissero: «Non ci conviene lasciar la parola di Dio per servire alle mense.
3
Perciò, fratelli, sceglietevi di mezzo a voi sette uomini di buona riputazione, pieni di Spirito Santo e di sapienza, a' quali affideremo quest'ufficio;
4
e noi continueremo ad applicarci alla preghiera e al ministero della parola».
5
Piacque a tutta l'adunanza una tal proposta; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmena e Nicola, un proselita d'Antiochia.
6
E li presentarono agli apostoli; i quali, pregando, imposero loro le mani.
7
E la parola di Dio si diffondeva sempre più, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.
Il diacono Stefano al Sinedrio.
8
Stefano poi, pieno di grazia e di fortezza, faceva prodigi e segni grandi tra il popolo;
9
tanto che alcuni della sinagoga detta de' Liberti e di quella de' Cirenei e degli Alessandrini, unitamente a dei Giudei di Cilicia e d'Asia, si levaron su a disputare con lui;
10
e non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.
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Allora suscitaron delle persone a dire, averlo udito profferir parole di bestemmia contro Mosé e contro Dio.
12
E commossero il popolo, gli anziani e gli scribi, gli furon addosso, lo afferrarono e lo menarono davanti al Sinedrio,
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presentando dei falsi testimoni, che dicevano: «Quest'uomo non cessa di profferir parole contro il luogo santo e contro la legge.
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Noi gli abbiam sentito dire che Gesù, quel Nazareno, distruggerà questo luogo e muterà i riti che Mosé ci ha tramandati».
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Allora tutti quelli che sedevano nel Sinedrio; volsero a lui gli sguardi, e il suo volto apparve come il volto d'un angelo.
Capitolo 7
Discorso di Stefano.
1
- E il sommo sacerdote parlò, dicendogli: «Stanno proprio così le cose udite?».
2
Egli disse: «Fratelli e padri, vogliate ascoltarmi. Il Dio della gloria apparve ad Abramo, nostro padre, mentr'era in Mesopotamia, prima che andasse a stabilirsi in Caran,
3
e gli disse: - Esci dal tuo paese e dal tuo parentado, e vieni nel paese che io ti mostrerò. -
4
Allora egli uscì dal paese de' Caldei, e si stabilì in Caran. Di là, dopo la morte di suo padre, Iddio lo fece venir in questo paese dove adesso abitate.
5
E non gli diede ivi in possesso neppure la larghezza d'un piede, ma gli promise darne a lui il possesso ne' suoi discendenti dopo di lui; e questo glielo promise quand'egli non aveva ancora alcun figliuolo.
6
Iddio gli disse che la discendenza di lui sarebbe pellegrina in terra straniera, ridotta in servitù e maltrattata per quattrocent'anni.
7
Ma disse pure: - Io giudicherò la nazione alla quale avranno servito; e dopo la prova usciranno, e serviranno a me nel luogo mio. -
8
Poi ci fu il patto della circoncisione; e così Abramo, avuto Isacco, lo circoncise l'ottavo giorno; Isacco circoncise Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi.
9
E i patriarchi, invidiosi di Giuseppe, lo vendereno per essere menato in Egitto; ma Dio era con lui;
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e lo liberò da tutte le sue tribolazioni, e gli diede grazia e sapienza davanti a Faraone, re d'Egitto, che lo costituì governatore del regno e di tutta la sua casa.
11
Venne poi una carestia in tutto l'Egitto e in Canaan; la miseria era grande, e i nostri padri non trovavan di che vivere.
12
Ma avendo udito Giacobbe che in Egitto c'era del grano, vi mandò una prima volta i nostri padri.
13
La seconda volta Giuseppe fu riconosciuto da' suoi fratelli, e Faraone seppe della famiglia di Giuseppe.
14
Allora Giuseppe mandò per Giacobbe suo padre e per tutto il suo parentado, ch'era di settantacinque anime;
15
e Giacobbe scese in Egitto, e vi morì lui e i padri nostri:
16
i quali tutti furon trasportati a Sichem, e posti nel sepolcro che Abramo aveva comprato a danaro da' figli di Emor in Sichem.
17
Ma come si avvicinava il tempo della promessa che Dio aveva fatto ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto;
18
e venne su un altro re, che nulla sapeva di Giuseppe.
19
Costui, usando astuzie contro la nostra stirpe, trattò duramente i nostri padri, sino a comandar loro d'esporre i neonati perché non vivessero.
20
In quel tempo nacque Mosé, caro a Dio; e fu nutrito per tre mesi in casa del padre suo;
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ma poi che fu esposto, la figliuola di Faraone lo raccolse e se lo allevò come figlio.
22
E così, istruito in tutta la sapienza degli Egiziani, divenne potente in parole e in opere.
23
E quando fu su' quarant'anni, gli entrò in cuore di visitar i suoi fratelli, i figli d'Israele.
24
E vistone uno maltrattato, lo difese e vendicò l'oppresso, uccidendo l'Egiziano.
25
E' si pensava che i suoi fratelli capirebbero che Dio li voleva salvare per mezzo di lui; ma essi non l'intesero.
26
Il giorno seguente, comparve tra loro, mentre alcuni litigavano, e li esortò alla pace, dicendo: - O uomini, voi siete fratelli, perché vi maltrattate l'un l'altro? -
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Ma colui che maltrattava il prossimo, lo respinse, e gli disse: - Chi ti ha costituito nostro capo e giudice?
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Mi vuoi forse uccidere, come ieri uccidesti l'Egiziano? -
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A tal parola Mosé fuggì, e se n'andò come forestiero nella terra di Madian, dov'ebbe due figliuoli.
30
In capo a quarant'anni, un angelo gli apparve nel deserto del monte Sion, nella fiamma d'un roveto ardente.
31
E Mosé, veduto ciò, si stupì di quella visione; e come si accostava per considerar la cosa, si fece udire questa voce del Signore:
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- Io sono il Dio de' tuoi padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. - E Mosé, tutto tremante, non ardiva più guardare.
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Allora il Signore gli disse: - Tògliti i calzari da' piedi, perché il luogo dove stai è terra santa.
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Sì, l'ho veduta l'afflizione del mio popolo che è in Egitto; ho udito i loro gemiti, e son disceso per liberarli. Or dunque, vieni; io manderò te in Egitto. -
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Guardate: questo Mosé, che avevan rinnegato dicendo: - Chi ti ha costituito capo e giudice? -, Dio lo mandò come capo e liberatore sotto la guida dell'angelo apparsogli nel roveto.
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Fu lui che li trasse fuor dell'Egitto, facendo prodigi e miracoli, nel paese nel Mar Rosso e nel deserto, per quaranta anni.
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Questo è quel Mosé, che disse a' figliuoli d'Israele: - Dio vi susciterà di mezzo a' vostri fratelli un Profeta; ascoltatelo, come me avete ascoltato. -
38
È questi che si trovò nell'assemblea del deserto con l'angelo che gli parlava dal monte Sinai e co' padri nostri, e ricevette parole di vita per darle a noi.
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Eppure i padri nostri rifiutarono di ubbidirgli, anzi lo rinnegarono, e, rimpiangendo in cuor loro l'Egitto,
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dissero ad Aronne: - Facci degli dèi che ci guidino; perché di questo Mosé che ci trasse dalla terra d'Egitto, noi non sappiamo che ne sia stato. -
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E in que' giorni fecero un vitello, offersero un sacrificio a codest'idolo, ed esultarono dell'opera che avevan fatta con le loro mani.
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Ma Dio si rivolse da loro, e li abbandonò al culto degli idoli, come sta scritto nel libro de' profeti: "Casa d'Israele, eran forse vittime e sacrifici, che m'offrivate, durante i quarant'anni nel deserto,
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quando vi portavate appresso la tenda di Moloc e l'astro di Remfan, idoli che vi eravate fabbricati per prostrarvici dinanzi? Perciò, io vi farò deportare al di là di Babilonia".
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Il tabernacolo della testimonianza era co' padri nostri nel deserto, come Dio aveva ordinato parlando a Mosé, che lo facesse nella forma che gli fu data a vedere;
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e poi che l'ebbero ricevuto, i padri nostri, guidati da Giosuè, lo introdussero qui, dopo la sottomissione de' popoli che Dio scacciò d'innanzi a loro sino a' giorni di David,
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il quale trovò grazia presso Dio e chiese di preparare una ferma dimora al Dio di Giacobbe.
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Ma fu Salomone quello che gli edificò una casa.
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L'Altissimo però non abita in templi fatti da man d'uomo come dice il profeta:
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- Mio trono è il cielo: e la terra è sgabello a' miei piedi. Qual casa mi edificherete voi? dice il Signore, o, qual sarà il luogo del mio riposo?
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Non ha la mia mano formate tutte queste cose? -
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Gente di dura cervice, incirconcisi di cuore e d'orecchi, voi resistete sempre allo Spirito Santo! Come fecero i padri vostri, allo stesso modo fate voi.
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Qual dei profeti non perseguitarono i padri vostri? Uccisero perfino quelli che preannunziavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete stati i traditori e gli assassini!
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Voi, che avete ricevuta la legge come trasmessavi da angeli, e non l'avete osservata».
Stefano lapidato.
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All'udir queste cose, fremevan di rabbia nei loro cuori, e digrignavano i denti contro di lui.
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Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi nel cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù stare alla destra di Dio.
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E disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figliuol dell'uomo stare alla destra di Dio».
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Quelli, con grandi strida, si turaron gli orecchi, e tutti insieme gli si avventarono addosso;
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e, trascinatolo fuori della città, si diedero a lapidarlo. I testimoni deposero le loro vesti a' piedi di un giovane, chiamato Saulo.
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E lapidavano Stefano, mentr'egli invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, ricevi lo spirito mio».
La lapidazione di S. Stefano
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Poi, caduto ginocchioni, gridò a gran voce: «Signore, non imputar loro questo peccato». E, detto questo, si addormentò nel Signore. E Saulo consentì alla morte di lui.
Capitolo 8
Persecuzione feroce.
1
- Avvenne allora una gran persecuzione contro la chiesa di Gerusalemme: e tutti, salvo gli apostoli, furon dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria.
2
Alcuni uomini pii portarono a seppellire Stefano, e fecero un gran pianto per lui.
3
Ma Saulo devastava la chiesa; entrava per le case, e quanti trovava, uomini e donne, li cacciava in prigione.
4
Quelli frattanto, che s'eran dispersi, andavano di luogo in luogo, evangelizzando la parola di Dio.
Il diacono Filippo in Samaria.
5
Così il diacono Filippo, disceso nella città di Samaria, cominciò a predicarvi di Cristo.
6
E tutti correvano desiderosi d'ascoltarlo, osservando i miracoli che faceva.
7
Di fatto, spiriti immondi uscivan da molti che n'erano invasi, gridando ad alta voce;
8
e molti paralitici e molti zoppi furon guariti. Perciò, grande allegrezza era in quella città.
Simon Mago.
9
Ma nella medesima città c'era un uomo chiamato Simone, che già da tempo esercitava la magìa, seducendo la gente, spacciandosi per un grand'uomo.
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Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano retta, dicendo: «Costui è la Potenza di Dio, quella chiamata Grande!».
11
Gli davan retta, perché da lungo tempo li aveva fatti uscire di mente con le sue arti magiche.
12
Ma quand'ebbero creduto a Filippo, che evangelizzava il regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, si fecero battezzare, uomini e donne.
13
E Simone stesso credette e, battezzato, non si staccava da Filippo; e, vedendo i miracoli e i grandi prodigi che seguivano, era fuori di sé per lo stupore.
14
Or gli apostoli ch'erano a Gerusalemme, saputo che in Samaria si era accolta la parola di Dio, ci mandaron Pietro e Giovanni.
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I quali, poi che furono arrivati, pregarono che tutti ricevessero lo Spirito Santo:
16
perché non ancora era disceso in alcun di loro, essendo stati solamente battezzati nel nome del Signore Gesù.
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Imposero quindi sopra di loro le mani, e ricevettero lo Spirito Santo.
18
Allora Simone, vedendo che lo Spirito Santo era dato con la imposizione delle mani degli apostoli, offerse loro del denaro,
19
dicendo: «Date anche a me questo potere, che a chiunque imporrò le mani, riceva lo Spirito Santo». Ma Pietro gli disse:
20
«Il tuo denaro sia teco in perdizione, poiché hai creduto che il dono di Dio si possa comprare a denaro!
21
Tu non hai parte né sorte in tutto questo, perché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio.
22
Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega Dio che, se è possibile, ti sia perdonata la mala intenzione del tuo cuore.
23
Io già ti veggo pieno d'amarissimo fiele e incatenato dalla iniquità».
24
E Simone rispose: «Pregate voi per me il Signore, affinché nulla m'accada di quel che avete detto».
25
Quelli allora, resa la loro testimonianza e annunziata la parola del Signore, tornarono a Gerusalemme, evangelizzando molti paesi de' Samaritani.
Filippo e l'eunuco Etiope.
26
Ma un angelo del Signore parlò a Filippo, e gli disse: «Lèvati, e va' in direzione di mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; è deserta».
27
E' si levò e partì. Ed ecco un uomo Etiope, eunuco, ministro di Candace, regina degli Etiopi e sovrintendente di tutti i tesori di lei, il quale era stato a Gerusalemme per adorare;
28
e ora se ne tornava, seduto sul suo carro e leggendo il profeta Isaia.
29
E lo Spirito disse a Filippo: «Affrettati, e raggiungi quel carro!».
30
Filippo accorse, e udendo che leggeva il profeta Isaia, disse: «Capisci tu quel che leggi?».
31
Quello gli rispose: «Come posso capirlo se nessuno me lo spiega?». E pregò Filippo che salisse su e si mettesse a sedere vicino a lui.
32
Il passo della Scrittura che leggeva, era questo: «Lo han menato al macello come una pecora; e come un agnello muto dinanzi a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca.
33
Nel suo abbassamento, gli fu negata giustizia. E chi descriverà la sua generazione, dopo che la sua vita è stata tolta dalla terra?».
34
L'eunuco disse a Filippo: «Ti prego; di chi parla qui il profeta?, di sé o di qualche altro?».
35
Allora Filippo cominciò a parlare, e cominciando da quella Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù.
36
E cammin facendo, arrivarono a una cert'acqua; e l'eunuco disse: «Ecco l'acqua; che m'impedisce ch'io sia battezzato?».
37
E Filippo rispose: «Se credi di tutto cuore, si può». Ed egli attestò: «Credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».
38
Allora fece fermare il carro; discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, e quello lo battezzò.
39
Usciti dall'acqua, lo spirito del Signore rapì Filippo, e l'eunuco non lo vide più; ma felice continuò il suo cammino.
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Quanto a Filippo, si trovò in Azoto; e di là, evangelizzando tutte le città per le quali passava, arrivò a Cesarea.
Capitolo 9
Conversione di Saulo.
1
- Or Saulo, tuttora in furia di minacce e di strage contro i discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote,
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e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, affinché, trovando in quella fede uomini e donne, li potesse menare incatenati a Gerusalemme.
3
Ma, lungo il viaggio, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli sfolgorò d'intorno;
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e, caduto per terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?».
La conversione di Saulo
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Ed egli chiese: «Chi sei, Signore?». E il Signore: «Io son Gesù, che tu perseguiti; ma dura cosa è per te il ricalcitrare al pungolo!».
6
Saulo, tremante e stupefatto, disse: «Signore, che vuoi ch'io faccia?».
7
E il Signore a lui: «Lèvati, entra in città, dove ti sarà detto quello che devi fare». Anche i compagni di viaggio erano stupefatti udendo la voce, ma non vedevano alcuno.
8
E Saulo si levò da terra; ma aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, menandolo per mano, lo condussero a Damasco,
9
ove rimase tre giorni senza vedere e senza prender cibo né bevanda.
Battesimo di Saulo.
10
Or in Damasco era un certo discepolo, Anania di nome, al quale il Signore disse in visione: «Anania!». Ed egli rispose: «Eccomi, Signore!».
11
E il Signore a lui: «Lèvati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca, in casa di Giuda, uno di Tarso che ha nome Saulo: ecco, egli già prega,
12
e ha veduto un uomo di nome Anania, andare a imporgli le mani perché riabbia la vista».
13
Anania rispose: «Signore, ho udito da molti, di quest'uomo, quanto male abbia fatto a' tuoi santi in Gerusalemme;
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e qui ha potestà da' capi dei sacerdoti d'imprigionare tutti quelli che invocano il tuo nome».
15
Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento eletto da me a portare il mio nome davanti alle genti, e ai re e ai figliuoli d'Israele;
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e io gli mostrerò quanto dovrà patire per il mio nome».
17
E Anania andò, ed entrò in quella casa; e imponendo le mani a Saulo, disse: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso nella via per cui venivi, mi ha mandato, affinché tu vegga e sii ripieno di Spirito Santo».
18
E in quell'istante caddero dagli occhi di Saulo come delle scaglie, e ricuperò la vista; e, alzatosi, fu battezzato;
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e, dopo aver preso del cibo, ripigliò le forze. E stette alcuni giorni co' discepoli ch'erano a Damasco.
Predicazione di Saulo.
20
E subito si pose a predicar Gesù nelle sinagoghe, esser quello il Figlio di Dio.
21
E quanti l'udivano, eran pieni di stupore, e dicevano: «Non è costui quello che a Gerusalemme perseguitava gl'invocanti il sacro nome, ed era venuto qua per menarli incatenati ai capi dei sacerdoti?».
22
Ma Saulo, con forza sempre crescente, confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che quello è il Cristo.
23
Passati che furono molti giorni, i Giudei si misero tutti insieme per ucciderlo;
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ma la cosa venne a notizia di Saulo. Essi, giorno e notte, facevan la guardia alle porte, per ucciderlo;
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ma i discepoli, nel buio, per un muro lo calaron giù in una cesta.
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E, tornato a Gerusalemme, cercava d'unirsi con i discepoli; ma tutti lo temevano, non potendo credere che fosse un discepolo.
27
Allora Barnaba lo prese con sé, lo menò dagli apostoli, e raccontò loro come lungo la via avesse visto il Signore, come il Signore gli avesse parlato, e come in Damasco egli avesse liberamente predicato nel nome di
Gesù.
28
E andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava coraggiosamente nel nome del Signore.