Capitolo 6, versetti 5-15
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Piacque a tutta l'adunanza una tal proposta; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmena e Nicola, un proselita d'Antiochia.
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E li presentarono agli apostoli; i quali, pregando, imposero loro le mani.
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E la parola di Dio si diffondeva sempre più, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.
Il diacono Stefano al Sinedrio.
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Stefano poi, pieno di grazia e di fortezza, faceva prodigi e segni grandi tra il popolo;
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tanto che alcuni della sinagoga detta de' Liberti e di quella de' Cirenei e degli Alessandrini, unitamente a dei Giudei di Cilicia e d'Asia, si levaron su a disputare con lui;
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e non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.
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Allora suscitaron delle persone a dire, averlo udito profferir parole di bestemmia contro Mosé e contro Dio.
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E commossero il popolo, gli anziani e gli scribi, gli furon addosso, lo afferrarono e lo menarono davanti al Sinedrio,
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presentando dei falsi testimoni, che dicevano: «Quest'uomo non cessa di profferir parole contro il luogo santo e contro la legge.
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Noi gli abbiam sentito dire che
Gesù, quel Nazareno, distruggerà questo luogo e muterà i riti che Mosé ci ha tramandati».
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Allora tutti quelli che sedevano nel Sinedrio; volsero a lui gli sguardi, e il suo volto apparve come il volto d'un angelo.