Capitolo 6, versetto 6 - Capitolo 7, versetto 24
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E li presentarono agli apostoli; i quali, pregando, imposero loro le mani.
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E la parola di Dio si diffondeva sempre più, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.
Il diacono Stefano al Sinedrio.
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Stefano poi, pieno di grazia e di fortezza, faceva prodigi e segni grandi tra il popolo;
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tanto che alcuni della sinagoga detta de' Liberti e di quella de' Cirenei e degli Alessandrini, unitamente a dei Giudei di Cilicia e d'Asia, si levaron su a disputare con lui;
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e non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.
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Allora suscitaron delle persone a dire, averlo udito profferir parole di bestemmia contro Mosé e contro Dio.
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E commossero il popolo, gli anziani e gli scribi, gli furon addosso, lo afferrarono e lo menarono davanti al Sinedrio,
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presentando dei falsi testimoni, che dicevano: «Quest'uomo non cessa di profferir parole contro il luogo santo e contro la legge.
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Noi gli abbiam sentito dire che
Gesù, quel Nazareno, distruggerà questo luogo e muterà i riti che Mosé ci ha tramandati».
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Allora tutti quelli che sedevano nel Sinedrio; volsero a lui gli sguardi, e il suo volto apparve come il volto d'un angelo.
Capitolo 7
Discorso di Stefano.
1
- E il sommo sacerdote parlò, dicendogli: «Stanno proprio così le cose udite?».
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Egli disse: «Fratelli e padri, vogliate ascoltarmi. Il Dio della gloria apparve ad Abramo, nostro padre, mentr'era in Mesopotamia, prima che andasse a stabilirsi in Caran,
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e gli disse: - Esci dal tuo paese e dal tuo parentado, e vieni nel paese che io ti mostrerò. -
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Allora egli uscì dal paese de' Caldei, e si stabilì in Caran. Di là, dopo la morte di suo padre, Iddio lo fece venir in questo paese dove adesso abitate.
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E non gli diede ivi in possesso neppure la larghezza d'un piede, ma gli promise darne a lui il possesso ne' suoi discendenti dopo di lui; e questo glielo promise quand'egli non aveva ancora alcun figliuolo.
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Iddio gli disse che la discendenza di lui sarebbe pellegrina in terra straniera, ridotta in servitù e maltrattata per quattrocent'anni.
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Ma disse pure: - Io giudicherò la nazione alla quale avranno servito; e dopo la prova usciranno, e serviranno a me nel luogo mio. -
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Poi ci fu il patto della circoncisione; e così Abramo, avuto Isacco, lo circoncise l'ottavo giorno; Isacco circoncise Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi.
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E i patriarchi, invidiosi di Giuseppe, lo vendereno per essere menato in Egitto; ma Dio era con lui;
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e lo liberò da tutte le sue tribolazioni, e gli diede grazia e sapienza davanti a Faraone, re d'Egitto, che lo costituì governatore del regno e di tutta la sua casa.
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Venne poi una carestia in tutto l'Egitto e in Canaan; la miseria era grande, e i nostri padri non trovavan di che vivere.
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Ma avendo udito Giacobbe che in Egitto c'era del grano, vi mandò una prima volta i nostri padri.
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La seconda volta Giuseppe fu riconosciuto da' suoi fratelli, e Faraone seppe della famiglia di Giuseppe.
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Allora Giuseppe mandò per Giacobbe suo padre e per tutto il suo parentado, ch'era di settantacinque anime;
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e Giacobbe scese in Egitto, e vi morì lui e i padri nostri:
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i quali tutti furon trasportati a Sichem, e posti nel sepolcro che Abramo aveva comprato a danaro da' figli di Emor in Sichem.
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Ma come si avvicinava il tempo della promessa che Dio aveva fatto ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto;
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e venne su un altro re, che nulla sapeva di Giuseppe.
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Costui, usando astuzie contro la nostra stirpe, trattò duramente i nostri padri, sino a comandar loro d'esporre i neonati perché non vivessero.
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In quel tempo nacque Mosé, caro a Dio; e fu nutrito per tre mesi in casa del padre suo;
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ma poi che fu esposto, la figliuola di Faraone lo raccolse e se lo allevò come figlio.
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E così, istruito in tutta la sapienza degli Egiziani, divenne potente in parole e in opere.
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E quando fu su' quarant'anni, gli entrò in cuore di visitar i suoi fratelli, i figli d'Israele.
24
E vistone uno maltrattato, lo difese e vendicò l'oppresso, uccidendo l'Egiziano.