Capitolo 8, versetto 23 - Capitolo 10, versetto 20
23
Io già ti veggo pieno d'amarissimo fiele e incatenato dalla iniquità».
24
E Simone rispose: «Pregate voi per me il Signore, affinché nulla m'accada di quel che avete detto».
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Quelli allora, resa la loro testimonianza e annunziata la parola del Signore, tornarono a Gerusalemme, evangelizzando molti paesi de' Samaritani.
Filippo e l'eunuco Etiope.
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Ma un angelo del Signore parlò a Filippo, e gli disse: «Lèvati, e va' in direzione di mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; è deserta».
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E' si levò e partì. Ed ecco un uomo Etiope, eunuco, ministro di Candace, regina degli Etiopi e sovrintendente di tutti i tesori di lei, il quale era stato a Gerusalemme per adorare;
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e ora se ne tornava, seduto sul suo carro e leggendo il profeta Isaia.
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E lo Spirito disse a Filippo: «Affrettati, e raggiungi quel carro!».
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Filippo accorse, e udendo che leggeva il profeta Isaia, disse: «Capisci tu quel che leggi?».
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Quello gli rispose: «Come posso capirlo se nessuno me lo spiega?». E pregò Filippo che salisse su e si mettesse a sedere vicino a lui.
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Il passo della Scrittura che leggeva, era questo: «Lo han menato al macello come una pecora; e come un agnello muto dinanzi a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca.
33
Nel suo abbassamento, gli fu negata giustizia. E chi descriverà la sua generazione, dopo che la sua vita è stata tolta dalla terra?».
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L'eunuco disse a Filippo: «Ti prego; di chi parla qui il profeta?, di sé o di qualche altro?».
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Allora Filippo cominciò a parlare, e cominciando da quella Scrittura, gli annunziò la buona novella di
Gesù.
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E cammin facendo, arrivarono a una cert'acqua; e l'eunuco disse: «Ecco l'acqua; che m'impedisce ch'io sia battezzato?».
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E Filippo rispose: «Se credi di tutto cuore, si può». Ed egli attestò: «Credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».
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Allora fece fermare il carro; discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, e quello lo battezzò.
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Usciti dall'acqua, lo spirito del Signore rapì Filippo, e l'eunuco non lo vide più; ma felice continuò il suo cammino.
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Quanto a Filippo, si trovò in Azoto; e di là, evangelizzando tutte le città per le quali passava, arrivò a Cesarea.
Capitolo 9
Conversione di Saulo.
1
- Or Saulo, tuttora in furia di minacce e di strage contro i discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote,
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e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, affinché, trovando in quella fede uomini e donne, li potesse menare incatenati a Gerusalemme.
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Ma, lungo il viaggio, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli sfolgorò d'intorno;
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e, caduto per terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?».
La conversione di Saulo
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Ed egli chiese: «Chi sei, Signore?». E il Signore: «Io son Gesù, che tu perseguiti; ma dura cosa è per te il ricalcitrare al pungolo!».
6
Saulo, tremante e stupefatto, disse: «Signore, che vuoi ch'io faccia?».
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E il Signore a lui: «Lèvati, entra in città, dove ti sarà detto quello che devi fare». Anche i compagni di viaggio erano stupefatti udendo la voce, ma non vedevano alcuno.
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E Saulo si levò da terra; ma aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, menandolo per mano, lo condussero a Damasco,
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ove rimase tre giorni senza vedere e senza prender cibo né bevanda.
Battesimo di Saulo.
10
Or in Damasco era un certo discepolo, Anania di nome, al quale il Signore disse in visione: «Anania!». Ed egli rispose: «Eccomi, Signore!».
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E il Signore a lui: «Lèvati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca, in casa di Giuda, uno di Tarso che ha nome Saulo: ecco, egli già prega,
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e ha veduto un uomo di nome Anania, andare a imporgli le mani perché riabbia la vista».
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Anania rispose: «Signore, ho udito da molti, di quest'uomo, quanto male abbia fatto a' tuoi santi in Gerusalemme;
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e qui ha potestà da' capi dei sacerdoti d'imprigionare tutti quelli che invocano il tuo nome».
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Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento eletto da me a portare il mio nome davanti alle genti, e ai re e ai figliuoli d'Israele;
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e io gli mostrerò quanto dovrà patire per il mio nome».
17
E Anania andò, ed entrò in quella casa; e imponendo le mani a Saulo, disse: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso nella via per cui venivi, mi ha mandato, affinché tu vegga e sii ripieno di Spirito Santo».
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E in quell'istante caddero dagli occhi di Saulo come delle scaglie, e ricuperò la vista; e, alzatosi, fu battezzato;
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e, dopo aver preso del cibo, ripigliò le forze. E stette alcuni giorni co' discepoli ch'erano a Damasco.
Predicazione di Saulo.
20
E subito si pose a predicar Gesù nelle sinagoghe, esser quello il Figlio di Dio.
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E quanti l'udivano, eran pieni di stupore, e dicevano: «Non è costui quello che a Gerusalemme perseguitava gl'invocanti il sacro nome, ed era venuto qua per menarli incatenati ai capi dei sacerdoti?».
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Ma Saulo, con forza sempre crescente, confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che quello è il Cristo.
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Passati che furono molti giorni, i Giudei si misero tutti insieme per ucciderlo;
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ma la cosa venne a notizia di Saulo. Essi, giorno e notte, facevan la guardia alle porte, per ucciderlo;
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ma i discepoli, nel buio, per un muro lo calaron giù in una cesta.
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E, tornato a Gerusalemme, cercava d'unirsi con i discepoli; ma tutti lo temevano, non potendo credere che fosse un discepolo.
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Allora Barnaba lo prese con sé, lo menò dagli apostoli, e raccontò loro come lungo la via avesse visto il Signore, come il Signore gli avesse parlato, e come in Damasco egli avesse liberamente predicato nel nome di
Gesù.
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E andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava coraggiosamente nel nome del Signore.
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S'intratteneva puranco e discuteva con gli Ellenisti; ma questi cercavano d'ucciderlo.
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I fratelli però, risaputolo, lo condussero a Cesarea, e quindi a Tarso.
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Così la Chiesa per tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria aveva pace, s'edificava e camminava nel timor del Signore, ed era ricolma della consolazione dello Spirito Santo.
Due miracoli di Pietro.
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Or avvenne che Pietro, visitandoli tutti, giunse anche a' santi che abitavano in Lidda.
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E lì trovò un uomo, chiamato Enea, che era paralitico e da otto anni giaceva nel suo lettuccio.
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E Pietro gli disse: «Enea, il Signore Gesù Cristo ti risana; alzati, e rifatti il letto!». E quello subito si alzò.
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E tutti gli abitanti di Lidda e della campagna di Saron lo videro e si convertirono al Signore.
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C'era poi nella terra di Joppe una cara discepola, chiamata Tabita, che tradotto significa Dorcade. Ella abbondava in buone opere e faceva molte limosine.
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E avvenne, proprio in que' giorni, ch'ella ammalò e morì. E, dopo che l'ebbero lavata, la posero nella sala del pian di sopra.
38
E siccome Lidda era vicina a Joppe, i discepoli, udito che Pietro era lì,gli mandarono due uomini a pregarlo: «Non t'incresca venir sino a noi!».
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Pietro si levò, e andò con essi; e, come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove gli furono attorno, piangendo, mostrandogli le vesti e i mantelli d'ogni genere che Dorcade faceva per esse.
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Allora Pietro, fatti uscir tutti fuori, si mise in ginocchio e pregò: poi, rivoltosi alla morta, disse: «Tabita, alzati!». Ed ella aprì gli occhi; e, visto Pietro, si drizzò a sedere.
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Poi, datale una mano, la fece alzare; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò viva.
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Si seppe il fatto per tutta Joppe; e molti credettero nel Signore.
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E Pietro si fermò parecchi giorni in Joppe, in casa di un certo Simone, coiaio.
Capitolo 10
Il centurione Cornelio.
1
- E in Cesarea v'era un uomo, di nome Cornelio, centurione della coorte detta l'Italica;
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pio e timorato di Dio, come tutta la sua famiglia, egli faceva molte limosine a' poveri e molte orazioni a Dio.
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Egli ebbe una visione in sull'ora nona del giorno: chiaramente vide un angelo di Dio, che entrò da lui e gli disse: «Cornelio».
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Ed egli, mirandolo fiso, tutto spaventato esclamò: «Che è, Signore?». E l'angelo disse: «Le tue preghiere e le tue limosine son salite a Dio, che se n'è ricordato.
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Su, manda qualcuno a Joppe, e fa' chiamare un certo Simone, soprannominato Pietro;
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egli dimora con un tal Simone, coiaio, che ha la casa presso il mare: egli ti dirà ciò che devi fare».
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E come l'angelo che gli parlava se ne fu partito, Cornelio chiamò due de' suoi domestici e un soldato timorato di Dio, di quelli sottoposti a lui,
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e, raccontata loro ogni cosa, li mandò a Joppe.
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Il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e s'avvicinavano alla città, Pietro salì sul terrazzo della casa, verso l'ora sesta, per pregare.
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E sentendo fame, desiderava di prender cibo; e, mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi;
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e vide il cielo aperto e scenderne un oggetto simile a un gran lenzuolo, il quale tenuto per le quattro estremità, s'abbassava verso terra;
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e dentro c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli dell'aria.
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E una voce gli disse: «Su, Pietro, uccidi e mangia!».
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Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore; io non ho mai mangiato nulla di profano e d'impuro».
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E la voce disse ancora: «Quel che Dio ha purificato, tu non lo chiamar profano».
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Questi seguì sino a tre volte, e, subito quell'oggetto fu ritirato in cielo.
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Or mentre Pietro stava incerto tra sé sul significato della visione avuta ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, informatisi della casa di Simone, si presentarono alla porta.
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E data la voce, domandarono se un Simone, soprannominato Pietro, abitasse lì.
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E in quel che Pietro stava ripensando alla visione, lo spirito gli disse: «Ecco tre uomini che cercano di te.
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Lèvati, dunque, scendi e va' con essi senza incertezze, perché li ho mandati io».