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Quelli poi si dettero a domandargli: «Signore, è questo il tempo che ristabilirai il regno d'Israele?».
E, detto questo, mentr'essi guardavano, si levò in alto, e una nuvola lo nascose agli occhi loro.
e dire: «Uomini di Galilea, che cosa state riguardando in cielo? Questo Gesù, che è stato assunto in cielo di mezzo a voi, verrà nella medesima maniera che lo avete visto andare al cielo».
per ricevere in questo ministero e apostolato il posto da cui traviò Giuda per andare al luogo suo».
E tutti stupivano, e si dicevano l'uno all'altro: «Che vuol dir tutto questo?».
Ma Pietro, ritto con gli undici, fe' udir la sua voce, così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e gli orecchi s'aprano alle mie parole.
Questo che avviene è quel che fu predetto dal profeta Joele:
Questo Gesù lo ha risuscitato Iddio, e noi tutti ne siamo testimoni.
Sappia dunque certissimamente tutta la casa d'Israele, che Dio ha fatto Signore e Cristo questo Gesù che voi avete crocifisso».
E Pietro, vedendo la gran folla, parlò e disse: «Uomini Israeliti, perché vi meravigliate di questo? perché tenete gli occhi su di noi, come se di potenza e bontà nostra avessimo fatto sì che costui cammini?
sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele, che in nome del nostro Signore Gesù Cristo Nazareno, crocifisso da voi e risuscitato da Dio, per lui questo è innanzi a voi sano.
e, consapevole la moglie, si tenne per sé una parte del prezzo, portando il resto e deponendolo ai piedi degli apostoli.
dicendo: «Noi vi abbiamo proibito rigorosamente d'insegnare in codesto nome; e, invece, voi avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento; voi mirate a far ricadere su noi il sangue di quell'uomo!».
Noi gli abbiam sentito dire che Gesù, quel Nazareno, distruggerà questo luogo e muterà i riti che Mosé ci ha tramandati».
Allora egli uscì dal paese de' Caldei, e si stabilì in Caran. Di là, dopo la morte di suo padre, Iddio lo fece venir in questo paese dove adesso abitate.
E non gli diede ivi in possesso neppure la larghezza d'un piede, ma gli promise darne a lui il possesso ne' suoi discendenti dopo di lui; e questo glielo promise quand'egli non aveva ancora alcun figliuolo.
Guardate: questo Mosé, che avevan rinnegato dicendo: - Chi ti ha costituito capo e giudice? -, Dio lo mandò come capo e liberatore sotto la guida dell'angelo apparsogli nel roveto.
Questo è quel Mosé, che disse a' figliuoli d'Israele: - Dio vi susciterà di mezzo a' vostri fratelli un Profeta; ascoltatelo, come me avete ascoltato. -
dissero ad Aronne: - Facci degli dèi che ci guidino; perché di questo Mosé che ci trasse dalla terra d'Egitto, noi non sappiamo che ne sia stato. -
Poi, caduto ginocchioni, gridò a gran voce: «Signore, non imputar loro questo peccato». E, detto questo, si addormentò nel Signore. E Saulo consentì alla morte di lui.
dicendo: «Date anche a me questo potere, che a chiunque imporrò le mani, riceva lo Spirito Santo». Ma Pietro gli disse:
Tu non hai parte né sorte in tutto questo, perché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio.
Il passo della Scrittura che leggeva, era questo: «Lo han menato al macello come una pecora; e come un agnello muto dinanzi a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca.
E Filippo rispose: «Se credi di tutto cuore, si può». Ed egli attestò: «Credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».
Visto poi che ciò piaceva a' Giudei, procedette anche all'arresto di Pietro. Erano i giorni degli Azzimi.
Quand'ecco, sopraggiunse un angelo del Signore, facendo una gran luce nella cella; egli percosse il fianco di Pietro, e lo svegliò dicendo: «Presto, sta' su!». E le catene gli caddero da' polsi.
Il Dio del popolo d'Israele scelse i nostri padri e fece grande questo popolo nel tempo che dimorò nella terra d'Egitto, donde lo trasse con la potenza del suo braccio,
Poi, chiesto un re, Dio diè loro, per circa quarant'anni, Saul, figlio di Cis, uomo della tribù di Beniamino,
ed è proprio questo l'ordine che il Signore ci ha dato: - Io ti ho posto per esser luce delle Genti, affinché tu porti la salvezza sino agli estremi confini della terra -».
I Gentili, a udir questo, n'ebbero letizia, e glorificavano la parola del Signore; e tutti quelli che eran preordinati alla vita eterna, credettero.
«Uomini, perché fate questo? Anche noi siam de' mortali, uomini simili a voi, e vi predichiamo che da queste cose vane vi convertiate al Dio vivente, che ha fatto il cielo e la terra e il mare, e tutte le cose che sono in essi.
Colui, chiesto un lume, saltò dentro, e tutto tremante si gettò a' piedi di Paolo e di Sila;
E quelli che accompagnavano Paolo, lo condussero fino ad Atene; e, ricevuto da lui l'incarico di dire a Sila e a Timoteo di raggiungerlo al più presto, se ne ritornarono.
E anche certi filosofi epicurei e stoici disputavano con lui, e alcuni dicevano: «Che vuol dire questo chiacchierone?». E altri: «Par che annunzi divinità straniere!». Egli, di fatto, annunziava Gesù e la risurrezione.
Sentita però la risurrezione de' morti, alcuni se ne fecero beffe; altri dissero: «Di questo t'udiremo un'altra volta».
Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù;
Erano a far questo sette figli di Sceva, capo sacerdote giudeo.
ora vedete e udite che questo Paolo sta persuadendo e sviando la moltitudine, non solo in Efeso ma in quasi tutta l'Asia, dicendo che quelli fatti con le mani non son dèi.
Non potendosi dunque contraddire a questo, voi dovete esser tranquilli, e nulla fare irragionevolmente.
Chè, pe' fatti d'oggi, corriamo rischio d'essere accusati di sedizione, mancando ogni motivo a giustificare tanto concorso». E, detto questo licenziò l'adunanza.
se non questo: che lo Spirito Santo per ogni città mi avverte che a Gerusalemme m'aspettano catene e tribolazioni.
A udir questo, cominciammo, tanto noi quanto quelli del luogo, a pregarlo che non salisse a Gerusalemme.
«Uomini israeliti, aiuto! Questo è l'uomo che va predicando a tutti e per tutto contro la nazione, contro la legge e contro questo luogo; egli ha perfino introdotto i Gentili nel tempio ed ha profanato questo santo luogo».
e vidi Lui che mi diceva: - Fa' presto, esci subito da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza rispetto a me. -
Il centurione, udito questo, corse dal tribuno, dicendo: «Che stai per fare? quest'uomo è cittadino Romano!».
- Paolo, fissato lo sguardo sul Sinedrio, disse: «Fratelli, fino a questo giorno io son vissuto dinanzi a Dio in tutta buona coscienza».
Com'ebbe detto questo, nacque un contrasto tra Farisei e Sadducei, e l'assemblea si divise.
E Paolo, fatto chiamare uno dei centurioni, gli disse: «Conduci questo giovine dal tribuno; ha qualche cosa da fargli sapere».
E subito colui lo prese, lo menò al tribuno e disse: «Quel carcerato, Paolo, m'ha pregato di condurre a te questo giovine, che ha qualche cosa da dirti».
Ed egli rispose: «I Giudei si sono accordati per pregarti di condurre domani Paolo al Sinedrio col pretesto di esaminarlo più minutamente;
Per questo io mi studio di conservar sempre incontaminata la coscienza dinanzi a Dio e agli uomini.
Passati due anni, Felice ebbe per successore Porzio Festo; il quale, volendo entrar nelle grazie de' Giudei, lasciò Paolo in prigione.
- Festo pertanto, essendo giunto nella provincia, dopo tre giorni salì da Cesarea a Gerusalemme.
Ma Festo rispose che Paolo era tenuto in custodia a Cesarea, dove egli stesso sarebbe tornato fra breve.
Ma Festo, volendo entrar nelle grazie de' Giudei, chiese a Paolo: «Vuoi tu salire a Gerusalemme, ed esservi giudicato di queste cose in mia presenza?».
Allora Festo, conferito col suo consiglio, rispose: «Ti sei appellato a Cesare? A Cesare andrai».
Passati alcuni giorni, il re Agrippa e Berenice arrivarono a Cesarea per salutare Festo.
Ed essendosi trattenuti vari giorni, Festo parlò di Paolo al re, dicendo: «È qui un cert'uomo, lasciato in prigione da Felice.
E Agrippa disse a Festo: «Vorrei udirlo anch'io codest'uomo». Quello rispose: «Domani l'udrai».
Il giorno appresso, Agrippa e Berenice vennero in gran pompa, e, entrati nella sala d'udienza coi tribuni e co' notabili della città, Paolo, per ordine di Festo, fu menato innanzi.
E Festo disse: «Re Agrippa, e tutti che siete qui presenti, voi vedete quest'uomo contro il quale tutta la moltitudine de' Giudei s'è rivolta a me in Gerusalemme, gridando non esser più degno di vivere.
Ma non ho nulla di ben certo da scriverne al sovrano; perciò l'ho fatto venire davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché, dopo questo esame, io abbia qualcosa da scrivere.
Ma lèvati e sta' in piedi; poiché ti sono apparso per questo, per costituirti ministro e testimone delle cose che hai vedute, e di quelle per le quali ti apparirò,
traendoti fuori da questo popolo e da' Gentili ai quali ora ti mando
Per tutto questo i Giudei m'han preso nel tempio, e hanno tentato d'uccidermi.
Mentre Paolo così parlava in sua difesa, Festo esclamò ad alta voce: «Paolo, tu farnetichi; la molta dottrina ti fa dare in pazzia».
Ma Paolo rispose: «Io non farnetico, eccellentissimo Festo; le mie parole son di verità e di buon senno.
Il re conosce queste cose, e io gliene parlo francamente, persuaso che nulla ignora di tutto questo; poiché non son cose fatte di nascosto.
E Agrippa disse a Festo: «Quest'uomo poteva esser messo in libertà, se non si fosse appellato a Cesare».
E poiché si stava da un pezzo senza prender cibo, Paolo, ritto in mezzo a quelli, disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto, e non partire da Creta; vi sareste risparmiati questo strapazzo e questo danno.
Ma, siccome i marinai meditavano fuggir dalla nave, e avevan messo in mare un battello col pretesto di stendere le ancore, dalla prua,
perciò vi esorto a prender cibo per la vostra salvezza; del resto nessun di voi perderà neppur un capello del capo».
Or avvenne che il padre di questo Publio stava a letto, malato di febbre, e di dissenteria. Paolo entrò da lui, e, dopo aver pregato gli impose le mani e lo guarì.
Visto questo, anche tutti quelli che avevano delle infermità nell'isola, vennero e furono guariti.
Per questo motivo ho chiesto di vedervi e di parlarvi: giacchè per la speranza d'Israele io sono avvinto da questa catena».
- Va' a questo popolo, e digli: "Con l'orecchio udrete, ma non intenderete; guardando guarderete, ma non scorgerete;
perché il cuore di questo popolo s'è fatto insensibile; son divenuti duri d'orecchi e han chiuso gli occhi, onde non succeda che gli occhi loro vedano, che gli orecchi loro odano, che il cuor loro intenda, che si convertano, e che io li risani". -
E detto questo, i Giudei partirono da lui, avendo gran quistioni tra loro.
A estos mismos, después de su pasión, se les presentó dándoles muchas pruebas de que vivía, apareciéndoseles durante cuarenta días y hablándoles acerca de lo referente al Reino de Dios.
El les contestó: «A vosotros no os toca conocer el tiempo y el momento que ha fijado el Padre con su autoridad,
Y dicho esto, fue levantado en presencia de ellos, y una nube le ocultó a sus ojos.
Porque él era uno de los nuestros y obtuvo un puesto en este ministerio.
Y esto fue conocido por todos los habitantes de Jerusalén de forma que el campo se llamó en su lengua Haqueldamá, es decir: "Campo de Sangre"
Entonces oraron así: «Tú, Señor, que conoces los corazones de todos, muéstranos a cuál de estos dos has elegido,
para ocupar en el ministerio del apostolado el puesto del que Judas desertó para irse adonde le correspondía.»
Estupefactos y admirados decían: «¿Es que no son galileos todos estos que están hablando?
Todos estaban estupefactos y perplejos y se decían unos a otros: «¿Qué significa esto?»
Entonces Pedro, presentándose con los Once, levantó su voz y les dijo: «Judíos y habitantes todos de Jerusalén: Que os quede esto bien claro y prestad atención a mis palabras:
No están éstos borrachos, como vosotros suponéis, pues es la hora tercia del día,
porque dice de él David: Veía constantemente al Señor delante de mí, puesto que está a mi derecha, para que no vacile.
Al oír esto, dijeron con el corazón compungido a Pedro y a los demás apóstoles: «¿Qué hemos de hacer, hermanos?»
Pedro les contestó: «Convertíos y que cada uno de vosotros se haga bautizar en el nombre de Jesucristo, para remisión de vuestros pecados
Pedro, al ver esto, se dirigió al pueblo: «Israelitas, ¿por qué os admiráis de esto, o por qué nos miráis fijamente, como si por nuestro poder o piedad hubiéramos hecho caminar a éste?
Y todos los profetas que desde Samuel y sus sucesores han hablado, anunciaron también estos días.
molestos porque enseñaban al pueblo y anunciaban en la persona de Jesús la resurrección de los muertos.
puesto que con motivo de la obra realizada en un enfermo somos hoy interrogados por quién ha sido éste curado,
Decían: «¿Qué haremos con estos hombres? Es evidente para todos los habitantes de Jerusalén, que ellos han realizado una señal manifiesta, y no podemos negarlo.
Pero a fin de que esto no se divulgue más entre el pueblo, amenacémosles para que no hablen ya más a nadie en este nombre.»
tú que has dicho por el Espíritu Santo, por boca de nuestro padre David, tu siervo: ¿A qué esta agitación de las naciones, estos vanos proyectos de los pueblos?
¿Es que mientras lo tenías no era tuyo, y una vez vendido no podías disponer del precio? ¿Por qué determinaste en tu corazón hacer esto? Nos has mentido a los hombres, sino a Dios.»
Y Pedro le replicó: «¿Cómo os habéis puesto de acuerdo para poner a prueba al Espíritu del Señor? Mira, aquí a la puerta están los pies de los que han enterrado a tu marido
Un gran temor se apoderó de toda la Iglesia y de todos cuantos oyeron esto.
Cuando oyeron esto, tanto el jefe de la guardia del Templo como los sumos sacerdotes se preguntaban perplejos qué podía significar aquello.
Ellos, al oír esto, se consumían de rabia y trataban de matarlos.
y les dijo: «Israelitas, mirad bien lo que vais a hacer con estos hombres.
Os digo, pues, ahora: desentendeos de estos hombres y dejadlos. Porque si esta idea o esta obra es de los hombres, se destruirá
después fue expuesto y le recogió la hija de Faraón, quien le crió como hijo suyo.
Al oír esto Moisés huyó y vivió como forastero en la tierra de Madián, donde tuvo dos hijos.
Al oír esto, sus corazones se consumían de rabia y rechinaban sus dientes contra él.
y dijo: «Estoy viendo los cielos abiertos y al Hijo del hombre que está en pie a la diestra de Dios.»
Después dobló las rodillas y dijo con fuerte voz: «Señor, no les tengas en cuenta este pecado.» Y diciendo esto, se durmió.
Estos bajaron y oraron por ellos para que recibieran el Espíritu Santo
Pedro le contestó: «Vaya tu dinero a la perdición y tú con él
El contestó: «¿Cómo lo puedo entender si nadie me hace de guía?» Y rogó a Felipe que subiese y se sentase con él.
El eunuco preguntó a Felipe: «Te ruego me digas de quién dice esto el profeta: ¿de sí mismo o de otro?»
Había en Damasco un discípulo llamado Ananías. El Señor le dijo en una visión: «Ananías.» El respondió: «Aquí estoy, Señor.»
El Señor le contestó: «Vete, pues éste me es un instrumento de elección que lleve mi nombre ante los gentiles, los reyes y los hijos de Israel.
Esto se supo por todo Joppe y muchos creyeron en el Señor.
Pedro contestó: «De ninguna manera, Señor
Esto se repitió tres veces, e inmediatamente la cosa aquella fue elevada hacia el cielo.
Cornelio contestó: «Hace cuatro días, a esta misma hora, estaba yo haciendo la oración de nona en mi casa, y de pronto se presentó delante de mí un varón con vestidos resplandecientes,
Al instante mandé enviados donde ti, y tú has hecho bien en venir. Ahora, pues, todos nosotros, en la presencia de Dios, estamos dispuestos para escuchar todo lo que te ha sido ordenado por el Señor.»
«¿Acaso puede alguno negar el agua del bautismo a éstos que han recibido el Espíritu Santo como nosotros?»
Esto se repitió hasta tres veces
El Espíritu me dijo que fuera con ellos sin dudar. Fueron también conmigo estos seis hermanos, y entramos en la casa de aquel hombre.
Al oír esto se tranquilizaron y glorificaron a Dios diciendo: «Así pues, también a los gentiles les ha dado Dios la conversión que lleva a la vida.»
La noticia de esto llegó a oídos de la Iglesia de Jerusalén y enviaron a Bernabé a Antioquía.
Al ver que esto les gustaba a los judíos, llegó también a prender a Pedro. Eran los días de los Azimos.
El les hizo señas con la mano para que callasen y les contó cómo el Señor le había sacado de la prisión. Y añadió: «Comunicad esto a Santiago y a los hermanos.» Salió y marchó a otro lugar.
Estaba Herodes fuertemente irritado con los de Tiro y Sidón. Estos, de común acuerdo, se le presentaron y habiéndose ganado a Blasto, camarlengo del rey, solicitaban hacer las paces, pues su país se abastecía del país del rey.
por unos 450 años. Después de esto les dio jueces hasta el profeta Samuel.
Pues así nos lo ordenó el Señor: Te he puesto como la luz de los gentiles, para que lleves la salvación hasta el fin de la tierra.»
Al oír esto los gentiles se alegraron y se pusieron a glorificar la Palabra del Señor
Estos sacudieron contra ellos el polvo de sus pies y se fueron a Iconio.
«Amigos, ¿por qué hacéis esto? Nosotros somos también hombres, de igual condición que vosotros, que os predicamos que abandonéis estas cosas vanas y os volváis al Dios vivo que hizo el cielo, la tierra, el mar y cuanto en ellos hay,
Se produjo con esto una agitación y una discusión no pequeña de Pablo y Bernabé contra ellos
Con esto concuerdan los oráculos de los Profetas, según está escrito:
«Después de esto volveré y reconstruiré la tienda de David que está caída
Para que el resto de los hombres busque al Señor, y todas las naciones que han sido consagradas a mi nombre, dice el Señor que hace
«Por esto opino yo que no se debe molestar a los gentiles que se conviertan a Dios,
Enviamos, pues, a Judas y Silas, quienes os expondrán esto mismo de viva voz:
Nos seguía a Pablo y a nosotros gritando: «Estos hombres son siervos del Dios Altísimo, que os anuncian un camino de salvación.»
Venía haciendo esto durante muchos días. Cansado Pablo, se volvió y dijo al espíritu: «En nombre de Jesucristo te mando que salgas de ella.» Y en el mismo instante salió.
los presentaron a los pretores y dijeron: «Estos hombres alborotan nuestra ciudad
Pero Pablo les contestó: «Después de habernos azotado públicamente sin habernos juzgado, a pesar de ser nosotros ciudadanos romanos, nos echaron a la cárcel
Al oír esto, el pueblo y los magistrados de la ciudad se alborotaron.
Estos eran de un natural mejor que los de Tesalónica, y aceptaron la palabra de todo corazón. Diariamente examinaban las Escrituras para ver si las cosas eran así.
Trababan también conversación con él algunos filósofos epicúreos y estoicos. Unos decían: «¿Qué querrá decir este charlatán?» Y otros: «Parece ser un predicador de divinidades extranjeras.» Porque anunciaba a Jesús y la resurrección.
Al oír la resurrección de los muertos, unos se burlaron y otros dijeron: «Sobre esto ya te oiremos otra vez.»
Después de esto marchó de Atenas y llegó a Corinto.
porque yo estoy contigo y nadie te pondrá la mano encima para hacerte mal, pues tengo yo un pueblo numeroso en esta ciudad.»
Pero como se trata de discusiones sobre palabras y nombres y cosas de vuestra Ley, allá vosotros. Yo no quiero ser juez en estos asuntos.»
Entonces todos ellos agarraron a Sóstenes, el jefe de la sinagoga, y se pusieron a golpearlo ante el tribunal sin que a Galión le diera esto ningún cuidado.
Cuando oyeron esto, fueron bautizados en el nombre del Señor Jesús.
Y, habiéndoles Pablo impuesto las manos, vino sobre ellos el Espíritu Santo y se pusieron a hablar en lenguas y a profetizar.
Esto duró dos años, de forma que pudieron oír la Palabra del Señor todos los habitantes de Asia, tanto judíos como griegos.
Eran siete hijos de un tal Esceva, sumo sacerdote judío, los que hacían esto.
Llegaron a enterarse de esto todos los habitantes de Éfeso, tanto judíos como griegos. El temor se apoderó de todos ellos y fue glorificado el nombre del Señor Jesús.
Después de estos sucesos, Pablo tomó la decisión de ir a Jerusalén pasando por Macedonia y Acaya. Y decía: «Después de estar allí he de visitar también Roma.»
reunió a éstos y también a los obreros de este ramo y les dijo: «Compañeros, vosotros sabéis que a esta industria debemos el bienestar
Y esto no solamente trae el peligro de que nuestra profesión caiga en descrédito, sino también de que el templo de la gran diosa Artemisa sea tenido en nada y venga a ser despojada de su grandeza aquella a quien adora toda el Asia y toda la tierra.»
Al oír esto, llenos de furor se pusieron a gritar: «¡Grande es la Artemisa de los efesios!»
Siendo, pues, esto indiscutible, conviene que os calméis y no hagáis nada inconsideradamente.
Habéis traído acá a estos hombres que no son sacrílegos ni blasfeman contra nuestra diosa.
Porque, además, corremos peligro de ser acusados de sedición por lo de hoy, no existiendo motivo alguno que nos permita justificar este tumulto.» Dicho esto disolvió la asamblea.
Estos se adelantaron y nos esperaron en Tróada.
Por esto os testifico en el día de hoy que yo estoy limpio de la sangre de todos,
«Tened cuidado de vosotros y de toda la grey, en medio de la cual os ha puesto el Espíritu Santo como vigilantes para pastorear la Iglesia de Dios, que él se adquirió con la sangre de su propio hijo.
Dicho esto se puso de rodillas y oro con todos ellos.
se acercó a nosotros, tomó el cinturón de Pablo, se ató sus pies y sus manos y dijo: «Esto dice el Espíritu Santo: Así atarán los judíos en Jerusalén al hombre de quien es este cinturón. Y le entregarán en manos de los gentiles.»
Al oír esto nosotros y los de aquel lugar le rogamos que no subiera a Jerusalén.
Entonces Pablo contestó: «¿Por qué habéis de llorar y destrozarme el corazón? Pues yo estoy dispuesto no sólo a ser atado, sino a morir también en Jerusalén por el nombre del Señor Jesús.»
Transcurridos estos días y hechos los preparativos de viaje, subimos a Jerusalén.
Cuando iban ya a meterle en el cuartel, Pablo dijo al tribuno: «¿Me permites decirte una palabra?» El le contestó: «Pero, ¿sabes griego?
¿No eres tú entonces el egipcio que estos últimos días ha amotinado y llevado al desierto a los 4.000 terroristas?»
Al oír esto el centurión fue donde el tribuno y le dijo: «¿Qué vas a hacer? Este hombre es ciudadano romano.»
- «Yo, dijo el tribuno, conseguí esta ciudadanía por una fuerte suma.» - «Pues yo, contestó Pablo, la tengo por nacimiento.»
Pablo contestó: «No sabía, hermanos, que fuera el Sumo Sacerdote
Al decir él esto, se produjo un altercado entre fariseos y saduceos y la asamblea se dividió.
Estos, pues, se presentaron a los sumos sacerdotes y a los ancianos y le dijeron: «Bajo anatema nos hemos comprometido a no probar cosa alguna hasta que no hayamos dado muerte a Pablo.
- «Los judíos, contestó, se han concertado para pedirte que mañana bajes a Pablo al Sanedrín con el pretexto de hacer una indagación más a fondo sobre él.
Y escribió una carta en estos términos:
y tengo en Dios la misma esperanza que éstos tienen, de que habrá una resurrección, tanto de los justos como de los pecadores.
o si no, que digan estos mismos qué crimen hallaron en mí cuando comparecí ante el Sanedrín,
Pasados dos años Félix recibió como sucesor a Porcio Festo
Tres días después de haber llegado a la provincia, subió Festo de Cesarea a Jerusalén.
Pero Festo les contestó que Pablo debía estar custodiado en Cesarea, y que él mismo estaba para marchar allá inmediatamente.
Pero Festo, queriendo congraciarse con los judíos, preguntó a Pablo: «¿Quieres subir a Jerusalén y ser allí juzgado de estas cosas en mi presencia?»
Pablo contestó: «Estoy ante el tribunal del César, que es donde debo ser juzgado. A los judíos no les he hecho ningún mal, como tú muy bien sabes.
Entonces Festo deliberó con el Consejo y respondió: «Has apelado al César, al César irás.»
Pasados algunos días, el rey Agripa y Berenice vinieron a Cesarea y fueron a saludar a Festo.
Como pasaran allí bastantes días, Festo expuso al rey el caso de Pablo: «Hay aquí un hombre, le dijo, que Félix dejó prisionero.
Agripa dijo a Festo: «Querría yo también oír a ese hombre.» - «Mañana, dijo, le oirás.»
Al día siguiente vinieron Agripa y Berenice con gran ostentación y entraron en la sala de audiencia, junto con los tribunos y los personajes de más categoría de la ciudad. A una orden de Festo, trajeron a Pablo.
Festo dijo: «Rey Agripa y todos los aquí presentes
Y si ahora estoy aquí procesado es por la esperanza que tengo en la Promesa hecha por Dios a nuestros padres,
Por esto los judíos, habiéndome prendido en el Templo, intentaban darme muerte.
Mientras estaba él diciendo esto en su defensa, Festo le interrumpió gritándole: «Estás loco, Pablo
Pablo contestó: «No estoy loco, excelentísimo Festo, sino que hablo cosas verdaderas y sensatas.
Agripa contestó a Pablo: «Por poco, con tus argumentos, haces de mí un cristiano.»
Agripa dijo a Festo: «Podía ser puesto en libertad este hombre si no hubiera apelado al César.»
Pero Pablo dijo al centurión y a los soldados: «Si no se quedan éstos en la nave, vosotros no os podréis salvar.»
Diciendo esto, tomó pan, dio gracias a Dios en presencia de todos, lo partió y se puso a comer.
predicaba el Reino de Dios y enseñaba lo referente al Señor Jesucristo con toda valentía, sin estorbo alguno.
Yhr menner, lieben bruder, last mich frey reden zu euch von dem ertz vater Dauid, Er ist gestorben vnnd begraben, vnnd seyn grab ist bey vns bis auff disen tag,
Da gieng er aus dem land der Chaldeer, vnd wonet ynn Haram, vnd von dannen, da seyn vater gestorben war, bracht er yhn hervber ynn dis land, da yhr nu ynn wonet,
Es kamen aber datzu Juden von Antiochien vnd Jconion, vnd vbirredeten das volck, vnd steynigten Paulum, vnd schleyfften yhn zur stad hynaus, meyneten, er were gestorben,
Agrippas aber sprach zu Festo, ich wollt den menschen auch gern horen, Er aber sprach, Morgen solltu yhn horen.
Agrippas aber sprach zu Festo, diser mensch hett kunden los geben werden, wenn er sich nicht auff den keyser beruffen hette.
Therefore when they had come together, they asked him, “Lord, are you now restoring the kingdom to Israel?”
whom heaven must receive until the times of restoration of all things, which God spoke long ago by the mouth of his holy prophets.
Dizendo: Que havemos de fazer a estes homens? porque a todos os que habitam em Jerusalém é manifesto que por eles foi feito um sinal notório, e não o podemos negar
Tomando-o de noite os discípulos o desceram, dentro de um cesto, pelo muro.
E alguns dos filósofos epicureus e estóicos contendiam com ele
Portanto, no dia de hoje, vos protesto que estou limpo do sangue de todos.
Mas Paulo respondeu: Que fazeis vós, chorando e magoando-me o coração? Porque eu estou pronto não só a ser ligado, mas ainda a morrer em Jerusalém pelo nome do Senhor Jesus.
E achei que o acusavam de algumas questões da sua lei
Mas, passados dois anos, Félix teve por sucessor a Pôrcio Festo
Entrando, pois, Festo na província, subiu dali a três dias de Cesaréia a Jerusalém.
Mas Festo respondeu que Paulo estava guardado em Cesaréia, e que ele brevemente partiria para lá.
Todavia Festo, querendo comprazer aos judeus, respondendo a Paulo, disse: Queres tu subir a Jerusalém, e ser lá perante mim julgado acerca destas coisas?
Mas Paulo disse: Estou perante o tribunal de César, onde convém que seja julgado
Então Festo, tendo falado com o conselho, respondeu: Apelaste para César? para César irás.
E, passados alguns dias, o rei Agripa e Berenice vieram a Cesaréia, a saudar Festo.
E, como ali ficassem muitos dias, Festo contou ao rei os negócios de Paulo, dizendo: Um certo homem foi deixado por Félix aqui preso,
Tinham, porém, contra ele algumas questões acerca da sua superstição, e de um tal Jesus, morto, que Paulo afirmava viver.
Então Agripa disse a Festo: Bem quisera eu também ouvir esse homem. E ele disse: Amanhã o ouvirás.
E, no dia seguinte, vindo Agripa e Berenice, com muito aparato, entraram no auditório com os tribunos e homens principais da cidade, sendo trazido Paulo por mandado de Festo.
E Festo disse: Rei Agripa, e todos os senhores que estais presentes conosco
Mormente sabendo eu que tens conhecimento de todos os costumes e questões que há entre os judeus
E agora pela esperança da promessa que por Deus foi feita a nossos pais estou aqui e sou julgado.
E, dizendo ele isto em sua defesa, disse Festo em alta voz: Estás louco, Paulo
Mas ele disse: Não deliro, ó potentíssimo Festo
E Agripa disse a Festo: Bem podia soltar-se este homem, se não houvera apelado para César.
Mas agora vos admoesto a que tenhais bom ânimo, porque não se perderá a vida de nenhum de vós, mas somente o navio.
Mas o centurião, querendo salvar a Paulo, lhes estorvou este intento